Alcune pagine di critica
Giammarco Puntelli (2017)
In Le scelte di Puntelli "Infinity, dialoghi fra arte. medicina e scienza", Giorgio Mondadori Editore, 2017: Pag 82-83
"Recuperare il senso, la sensazione e il manifesto culturale di un Mediterraneo che sta scomparendo come luogo mentale con la sua storia e una gloria che appartiene al passato.
Emanuela De Franceschi, pittrice attenta all'alternanza dei colori quanto al significato raggrumato intorno a malinconia e crepuscoli, ci propone, in arte, uno dei temi più importanti che, culturalmente, investono l'Europa con i suoi popoli e le sue identità.
Nel suo studio scopriamo e comprendiamo la lettura profonda di realta e soggetti che sconfinano dalla contemporaneità alla proposta internazionale, portando istanze e valutazioni comuni al sentire di un popolo, comuni al sentire di singole presenze sensibili su un orizzonte spesso complesso nella filosofia di vita e nelle categorie del pensiero.
ln alcune tele prevale il sentimento e il gioco occasionale, nella maggior parte del suo lavoro notiamo quanto la bellezza sia grande e vittima di un'erosione data non dall'usura del tempo ma dal movimento ingannevole di un focus e di un'attenzione rivolta a quel
nuovo che si manifesta come "non arte".
Quest'opera sottolinea, con la ricerca dei colori, la struttura che risente di situazioni parallele, a metà fra un’architettura definita e un tempio dove si sono celebrati momenti di alba e che ora conosce il tramonto, nella visione stessa dei soggetti, un periodo che sta fnendo.
ll Mediterraneo si trasforma da splendore di una civiltà, che ha conosciuto in quelle acque che univano e divulgavano la nascita del pensiero, in nome di una humanitas prepotente, pensante, a ciò che noi tutti possiamo osservare.
Dal culto della bellezza e passato, migrante, al culto della sapienza, fino ai giorni nostri fino a diventare un teatro di morte.
Le statue dipinte da Emanuela De Franceschi sono dotate di quel pathos inventato come descrizione dell'espressione umana, proprio in quel Mediterraneo.
Attonite, osservano la discesa decadente di uno spirito di bellezza e sapienza, il senso della civiltà che abdica verso l'istinto distratto e giustificato dal ritorno di una categoria primitiva di un'antropologia che cambia il suo campo di indagine.
Il momento aureo volta le sue spalle al presente, la gloria scompare davanti alle misure di Fidia, i colori rimangono, non escludendo un ritorno auspicato, magari preteso, dagli dei guerrieri.
La caduta della cultura e dell'identità politica, assume le sembianze della caduta degli dei, come identità letteraria e filosofica, come pretesa artistica, come essenza della traccia di una storia che sembra tramontata.
I colori del Mediterraneo, di quel mare, di quel sole, di quelle terre, si accendono, fieri sperando in una rinascita che sa di risurrezione, sospendendo la fiducia in un uomo che ogni giorno lotta nell'arena buia di un occidente nostalgico, triste ma non rassegnato e consapevole che dove c'è un tramonto ci puo essere una nuova alba."
Barcellona, Giugno 2017 , Giammarco Puntelli
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