Presentazione della mostra  
Sulle Ali dell'Arte 
opere di Emanuela de Franceschi  
alla Pescheria Nuova di Rovigo 
7-15 Settembre 2019 
a cura di Arch. Emanuela Mazzoni, storica d'arte 
 
ARCHEO 
L’immagine identifica ciò che per definizione è antico,vetusto e nobile.La superficie è plastica e i volti sembrano sdoppiarsi, la memoria del mondo passato prende corpo nella figura del volto classico, proprio della scultura greca, solcata da tracce, crepe, quasi sul punto di frantumarsi come se l’immagine e il suo significato svanissero lasciandoci incerti, carichi di dubbi. Il riferimento ad un passato magnifico e ormai perduto produce una seducente ambiguità.
 
Mitoraj VOLTI DEI GIGANTI 
La scultura monumentale del grande artista polacco, noto a livello internazionale costituisce sia una fonte di ispirazione che oggetto di evidente parallelismo.  
Mitoraj traduce nella scultura sovradimensionata tutta la sensibilità per un mondo mediterraneo enigmatico e silente, dove i volti con le palpebre abbassate sembrano lontane e meditative.
 
 
EROE FRAGILE 
Il soggetto dipinto, simile nella costruzione dei piani ad una scultura costruita con grande rilievo, specie in ragione dello sfondo di un rosso intenso, rappresenta un eroe antico e moderno al tempo stesso. 
La figura dell’eroe — guerriero inteso come colui che combatte contro il proprio destino e le avversità, diventa improvvisamente ambiguo e fragile. Il volto solcato da crepe suggerisce un crollo imminente della struttura del volto stesso identificando un’anima angosciata e combattuta fra il ruolo che l’uomo assume su di sé e la sua reale forza morale e psicologica.
 
FASE REM 
Duplicità, dualismo dell’individuo, il doppio sogno e la doppia verità: quella dell’individuo cosciente e razionale e quella libera, non condizionata del sogno. La verità non razionale mostra un soggetto fragile, che si dissolve progressivamente, vittima della complessità della vita. Il volto metallico, plastico della figura di destra è la nostra immagine controllata, razionale, logica, che ci impone un continua apparenza.
 
GLI ADDII 
Due figure poste su  piani diversi, uno leggermente arretrato rispetto al primo. La figura in primo piano è più ambigua, velata come certe immagini di Magritte, tanto da rendere impossibile qualsiasi identificazione, l’altra cita una scultura classica, un atleta greco con il capo cinto dalla benda della vittoria e tuttavia le figure appaiono silenziose e distanti, chiuse in un mondo ormai lontano e allo stesso tempo pervaso di malinconia. Gli addii si interpretano in vari modi: congedo nei confronti del mito e della storia con le sue seduzioni intellettuali, ma anche l’addio a qualcuno che si è amato e può esistere solo nel ricordo.
 
 
IL DUBBIO DELL’ANGELO 
Opera emblematica nella produzione artistica di Defranceschi. L’angelo è raffigurato con uno scorcio deciso, un «sott’insù» di molta pittura italiana rinascimentale. Il capo dell’angelo sembra pesare in modo eccessivo tanto che la figura guarda verso il basso, verso il suo stesso volto replicato.  La figura sembra una scultura cava mentre le ali «disegnate» sono per contrasto esageratamente esili. Metafora dell’artista che mette alla prova se stesso e tenta di varcare i propri limiti, la figura riflette anche dubbi e insicurezze che travagliano l’arte e al contempo la paura di bruciarsi come Icaro per la propria indomabile passione.
 
LA CADUTA DEGLI DEI 
Due volti sovrapposti, eroi perdenti che piangono i templi distrutti. Metafora della morte della civiltà e dell’inutilità della storia, l’opera pone la questione sul ruolo dell’arte e dell’artista stesso, il suo essere nel mondo e la capacità di un intervento creativo e al tempo stesso etico, capace cioè di invertire il segno, il corso degli eventi e delle coscienze. 
L’artista usa il mito e la citazione letteraria e filosofica interpolate nella contemporaneità, rivendicando al tempo stesso un ruolo in cui la sensibilità artistica lo trasforma in una sorta di veggente.
 
 
continua